Durante le ultime settimane si è parlato moltissimo di Revenge Porn. Sul social network Telegram è stato infatti recentemente scoperto un enorme network italiano di Revenge porn. Si tratta di complessivi 21 canali, per 43mila iscritti e circa 30mila messaggi scambiati al giorno. Questi canali contengono video e foto privati, di contenuto sessualmente esplicito, diffusi senza il consenso delle persone che vi compaiono, i quali vengono "commentati" dai partecipanti.In alcuni casi sarebbero stati pubblicati anche i numeri di telefono ed i profili social delle vttime, allo scopo di "rendere impossibile la vita" di ex fidanzate o ex compagne.La problematica è schizzata sulle prime pagine dei giornali, dopo la segnalazione di una ragazza su Twitter, attraverso un post in cui ha taggato la Polizia Postale per portare alla luce degli inquirenti questa intollerabile situazione.Ma in cosa consiste il reato di Revenge Porn e come è punito dalla legge italiana?Le parole inglesi “revenge porn” sono relative alla diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti.Un comportamento che dal 9 agosto del 2019, costituisce reato anche in Italia.E’ stato infatti introdotto l’art. 612 ter del codice penale rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” (il revenge porn).Il delitto è stato introdotto al fine di contrastare la “moda” di diffondere foto e video hard realizzate con il consenso dell’interessato, che vengono diffuse senza nessuna autorizzazione, andando a ledere la privacy, la reputazione e la dignità della vittima.Tale reato punisce con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro la diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti, sottoponendo alla stessa pena sia chi ha diffuso il materiale perché lo aveva realizzato, (ad esempio il fidanzato che scatta alcune foto alla fidanzata e poi le pubblica), sia chi, entrato in possesso dei contenuti, contribuisca alla loro diffusione. Ad esempio:Caia, per vendicarsi del fidanzato che l’ha tradita, pubblica in rete alcune immagini compromettenti del ragazzo.Tizio, amico di Caia, vede questi contenuti e provvede a pubblicarli e diffonderli a propria volta.Anche chi aiuta a diffondere le immagini o i video sessualmente espliciti commette reato, ed è punito con la stessa pena, vale a dire la reclusione da uno a sei anni e la multa da cinquemila a quindicimila euroLa pena è inoltre aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. Il delitto di revenge porn è procedibile d’ufficio quando la persona offesa si trova in condizione di inferiorità fisica o psichica, o si tratta di una donna in stato di gravidanza, nonché quando il fatto è commesso in concomitanza con un altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.Ad esempio un revenge porn combinato a una richiesta di estorsione. PORN
Durante le ultime settimane si è parlato moltissimo di Revenge Porn.
Sul social network Telegram è stato infatti recentemente scoperto un enorme network italiano di Revenge porn. Si tratta di complessivi 21 canali, per 43mila iscritti e circa 30mila messaggi scambiati al giorno.
Questi canali contengono video e foto privati, di contenuto sessualmente esplicito, diffusi senza il consenso delle persone che vi compaiono, i quali vengono "commentati" dai partecipanti.
In alcuni casi sarebbero stati pubblicati anche i numeri di telefono ed i profili social delle vttime, allo scopo di "rendere impossibile la vita" di ex fidanzate o ex compagne.
La problematica è schizzata sulle prime pagine dei giornali, dopo la segnalazione di una ragazza su Twitter, attraverso un post in cui ha taggato la Polizia Postale per portare alla luce degli inquirenti questa intollerabile situazione.
Ma in cosa consiste il reato di Revenge Porn e come è punito dalla legge italiana?
Le parole inglesi “revenge porn” sono relative alla diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti.
Un comportamento che dal 9 agosto del 2019, costituisce reato anche in Italia.
E’ stato infatti introdotto l’art. 612 ter del codice penale rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” (il revenge porn).
Il delitto è stato introdotto al fine di contrastare la “moda” di diffondere foto e video hard realizzate con il consenso dell’interessato, che vengono diffuse senza nessuna autorizzazione, andando a ledere la privacy, la reputazione e la dignità della vittima.
Tale reato punisce con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro la diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti, sottoponendo alla stessa pena sia chi ha diffuso il materiale perché lo aveva realizzato, (ad esempio il fidanzato che scatta alcune foto alla fidanzata e poi le pubblica), sia chi, entrato in possesso dei contenuti, contribuisca alla loro diffusione.
Ad esempio:
Caia, per vendicarsi del fidanzato che l’ha tradita, pubblica in rete alcune immagini compromettenti del ragazzo.
Tizio, amico di Caia, vede questi contenuti e provvede a pubblicarli e diffonderli a propria volta.
Anche chi aiuta a diffondere le immagini o i video sessualmente espliciti commette reato, ed è punito con la stessa pena, vale a dire la reclusione da uno a sei anni e la multa da cinquemila a quindicimila euro
La pena è inoltre aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.
La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi.
Il delitto di revenge porn è procedibile d’ufficio quando la persona offesa si trova in condizione di inferiorità fisica o psichica, o si tratta di una donna in stato di gravidanza, nonché quando il fatto è commesso in concomitanza con un altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.
Ad esempio un revenge porn combinato a una richiesta di estorsione.
