Fenomeno sempre più diffuso negli ultimi anni è il ricorso alla scienza per aumentare le possibilità di creare una famiglia.Ci stiamo riferendo in particolare alla Procreazione Medicalmente Assistita, rimedio offerto dalla moderna scienza alle coppie che, per un motivo o per l’altro, hanno bisogno di un piccolo aiuto per poter dare alla luce il proprio bambino.Caratterizzata da una disciplina di legge estremamente complessa, la Procreazione Medicalmente Assistita porta con sé difficoltà ed inconvenienti all’ordine del giorno, e sono anzi necessari più di un tentativo prima di poter realizzare il sogno di diventare genitori.È proprio per questo motivo che un’ordinanza rivoluzionaria del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta ha acceso una speranza in molte donne desiderose di diventare madri.È il caso di una coppia che, dopo un tentativo fallito, sceglie di congelare gli embrioni aspettando tempi migliori, come consentito dalla sentenza n. 151 del 2009 della Corte Costituzionale che ne ha reso possibile il crioconservamento. Il matrimonio dei due però nel frattempo finisce ed il marito chiede la separazione prima ancora di aver provato un secondo tentativo. È a questo punto che però la donna invoca d’urgenza al Tribunale il proprio diritto all’impianto degli embrioni crioconservati nonostante la separazione ed il parere contrario dell’ex.Ecco la svolta: inaspettatamente il Tribunale acconsente all’impianto nell’utero della donna degli embrioni della coppia, il cui corredo genetico corrisponde sia alla madre che all’ex marito, rendendo di fatto superfluo l’ulteriore consenso del padre biologico ma sufficiente il solo consenso della donna.La decisione si fonda sull’art. 6 comma 3 della Legge sulla Procreazione Medicalmente Assistita n. 40 del 2004, che afferma che “la volontà di diventare genitori attraverso la procreazione medicalmente assistita può essere revocata da ciascuno dei soggetti fino al momento della fecondazione dell’ovulo”, passaggio dunque già superato al momento del congelamento degli embrioni. Successivamente a tale momento non sarebbe dunque più possibile per l’uomo revocare il consenso, anche nel caso in cui la coppia non fosse più coppia.In altre parole, una volta che la coppia acconsente alla fecondazione, la procedura continua anche nel malaugurato caso in cui si dovesse separare e le opinioni riguardo il voler diventare genitori entrino in conflitto tra loro. In altre parole, la libertà di ripensamento non è più ammessa.Dopo la fecondazione, a prevalere è solo e soltanto il diritto di vita dell’embrione. È da sottolineare inoltre, che il bambino avrà comunque diritto a godere di entrambe le figure genitoriali e sia il padre che la madre dovranno assumere i diritti e gli obblighi nei suoi confronti, in quanto la separazione non determina una lesione del diritto del nascituro ad avere due genitori.Per concludere, il consenso dato per la fecondazione degli embrioni non è necessario anche per il loro scongelamento.La decisione segna la prima in tal senso ad opera di un Tribunale ed è sicuramente destinata a creare un precedente importante in questa tortuosa ed intricata materia.Bisognerà aspettare successivi sviluppi ed ulteriori decisioni per dare un quadro più completa alla questione.PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA E SEPARAZIONE
Fenomeno sempre più diffuso negli ultimi anni è il ricorso alla scienza per aumentare le possibilità di creare una famiglia.
Ci stiamo riferendo in particolare alla Procreazione Medicalmente Assistita, rimedio offerto dalla moderna scienza alle coppie che, per un motivo o per l’altro, hanno bisogno di un piccolo aiuto per poter dare alla luce il proprio bambino.
Caratterizzata da una disciplina di legge estremamente complessa, la Procreazione Medicalmente Assistita porta con sé difficoltà ed inconvenienti all’ordine del giorno, e sono anzi necessari più di un tentativo prima di poter realizzare il sogno di diventare genitori.
È proprio per questo motivo che un’ordinanza rivoluzionaria del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta ha acceso una speranza in molte donne desiderose di diventare madri.
È il caso di una coppia che, dopo un tentativo fallito, sceglie di congelare gli embrioni aspettando tempi migliori, come consentito dalla sentenza n. 151 del 2009 della Corte Costituzionale che ne ha reso possibile il crioconservamento.
Il matrimonio dei due però nel frattempo finisce ed il marito chiede la separazione prima ancora di aver provato un secondo tentativo. È a questo punto che però la donna invoca d’urgenza al Tribunale il proprio diritto all’impianto degli embrioni crioconservati nonostante la separazione ed il parere contrario dell’ex.
Ecco la svolta: inaspettatamente il Tribunale acconsente all’impianto nell’utero della donna degli embrioni della coppia, il cui corredo genetico corrisponde sia alla madre che all’ex marito, rendendo di fatto superfluo l’ulteriore consenso del padre biologico ma sufficiente il solo consenso della donna.
La decisione si fonda sull’art. 6 comma 3 della Legge sulla Procreazione Medicalmente Assistita n. 40 del 2004, che afferma che “la volontà di diventare genitori attraverso la procreazione medicalmente assistita può essere revocata da ciascuno dei soggetti fino al momento della fecondazione dell’ovulo”, passaggio dunque già superato al momento del congelamento degli embrioni. Successivamente a tale momento non sarebbe dunque più possibile per l’uomo revocare il consenso, anche nel caso in cui la coppia non fosse più coppia.
In altre parole, una volta che la coppia acconsente alla fecondazione, la procedura continua anche nel malaugurato caso in cui si dovesse separare e le opinioni riguardo il voler diventare genitori entrino in conflitto tra loro. In altre parole, la libertà di ripensamento non è più ammessa.
Dopo la fecondazione, a prevalere è solo e soltanto il diritto di vita dell’embrione.
È da sottolineare inoltre, che il bambino avrà comunque diritto a godere di entrambe le figure genitoriali e sia il padre che la madre dovranno assumere i diritti e gli obblighi nei suoi confronti, in quanto la separazione non determina una lesione del diritto del nascituro ad avere due genitori.
Per concludere, il consenso dato per la fecondazione degli embrioni non è necessario anche per il loro scongelamento.
La decisione segna la prima in tal senso ad opera di un Tribunale ed è sicuramente destinata a creare un precedente importante in questa tortuosa ed intricata materia.
Bisognerà aspettare successivi sviluppi ed ulteriori decisioni per dare un quadro più completa alla questione.
