L’argomento di oggi riguarda un argomento un po’ macabro ma inevitabile: primo o poi toccherà a tutti! Chi ha il diritto di scegliere per sé o per gli altri il luogo dove essere seppelliti?
La disciplina di tale diritto, che gli antichi latini chiamavo IUS SEPULCHRI, è fissata in antiche regole consuetudinarie etiche e religiose. Non esiste infatti una norma o una legge sul punto.
In questo contesto giuridico-religioso-etico vi è una certezza: ciascun individuo ha un diritto personale sul proprio corpo e può scegliere liberamento il luogo di sepoltura. Ma nel caso in cui un soggetto non abbia manifestato alcuna volontà sui propri resti mortali, a chi spetta questa decisione? Ovviamente ai parenti più stretti che però, spesso, sono in disaccordo. E a questo punto, chi ha diritto di scelta?
Le più recenti decisioni dei Giudici hanno chiarito che, quando non risulta alcuna espressa volontà del defunto, il diritto di scelta del luogo di sepoltura spetta in primo luogo alla moglie, in subordine ai parenti più prossimi (come figli e nipoti) e, in estremo subordine agli eredi. E qualora ci siano più figli in disaccordo? Deciderà il giudice!
Va precisato però che, proprio in assenza di una regola prestabilita dal Legislatore, bisognerà sempre valutare, caso per caso, la meritevolezza e la ragionevolezza degli interessi di tutti
